- Partenza: La Fouly, mt. 1600 (ore 8,15)
- Praz de Fort, mt. 1180 (ore 11)
- Arrivo: Champex, mt. 1466 (ore 14,15)
- Distanza percorsa: 15,3 km
- Dislivelli: +1165 -1232
La prima cosa che viene in mente ripensando a questa tappa svizzera è il gran caldo che l’ha caratterizzata. La quota media relativamente bassa e gli e ampi e assolati pendii attraversati hanno fatto sì che questa, che doveva essere una tra le giornate più facili dell’intero Tour sia diventata una tra le più onerose per il fisico e per la mente.
Percorriamo il sentiero che si mantiene sulla sinistra orografica della valle perdendo quota piano piano in un bosco ricco di fioriture. Nel tragitto incontriamo alcuni trekkers che percorrono il Tour in senso orario, ovvero inverso rispetto al giro classico. La loro è però una versione edulcorata dell’avventura, visto che si affidano ad un’organizzazione esterna per la logistica e per il trasporto dei bagagli.
Eh già, perchè uno dei punti che rendono duro un trekking di quasi 2 settimane è proprio il riuscire ad organizzare il proprio zaino e soprattutto il riuscire a portarselo sulle spalle !
Arriviamo in breve a Praz-de-Fort dove ci riposiamo e incrociamo la strada di fondovalle della Val Ferret svizzera, che percorriamo sotto il solleone fino all’abitato di Issert.
Come a La Fouly, il paesaggio è ameno, con verdi pascoli, belle baite in legno e ricchi orticelli curati. La differenza è che siamo nel punto più lontano dal massiccio del Monte Bianco e le lingue di ghiaccio che scendono dalle alte cime non si vedono.
Iniziamo una ASFISSIANTE salita nel bosco, nell’ora più calda della giornata, senza un briciolo di vento. Il caldo rende molto dura quella che in genere è una facile salita di poche centinaia di metri di dislivello e ci fermiamo a più riprese per riposare spalle e piedi e per rifocillarci.
Arriviamo alla placida Champex e prendiamo posto nel nostro alloggio situato direttamente a bordo lago ! Per questa sistemazione ci siamo concessi addirittura una vera camera doppia, con servizi al piano.
Stanchezza e dolori si fanno sentire, ma una buona dose di cerotti ci consentirà di proseguire.
A cena Ale si dà alla pizza, io prendo un bel filetto cotto alla piastra sul fuoco proprio dietro al nostro tavolo e guarnito da un’appetitosa salsa di funghi.
Andiamo a nanna come le galline in attesa di un nuovo giorno, dopo un giro rilassante attorno al lago e distesi sotto a mutande e calzini stesi ad asciugare.
Le previsioni meteo negative mettono in forte dubbio il raggiungimento del prossimo alloggio passando per l’ardita Fenetre d’Arpette, ma abbiamo già pronto l’itinerario alternativo.
Segue la consueta galleria: